Piccolo Sciame (2022)
Disco in corian nero, api bianche in ottone.
Ø 57x4,4 cm.
Anthropology | a cura di Stefania Severi
Busto Arsizio | 22 Settembre 23 Ottobre 2022 | Palazzo Marliani Cicogna
La mostra di Luigi Manciocco, curata dalla storica dell’arte prof.ssa Stefania Severi, allestita negli spazi delle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna, Busto Arsizio (VA), tende a fare leva sulla soggettività e sulla completa attenzione sensoriale del fruitore. Il titolo della Mostra Anthropology, è indicativo del percorso di Manciocco, in quanto artista e antropologo. L’artista, considerato un “Primitivo Urbano” nel 1998 veniva inserito da Lidia Reghini di Pontremoli nel libro Primitivi Urbani. Antropologia dell’Arte Presente, che indagava il filone di questa New Trend.
La mostra attuale investe gran parte degli spazi museali espositivi, e si snoda secondo un percorso fortemente intensivo, in tre sezioni consequenziali, che potremmo definire “spazio rituale mistico”. All’interno dello spazio principale, lungo l’asse longitudinale della sala, viene costruito l’environment “Suggrundaria” secondo un’ambientazione site-specific. Suggrundaria, un’ambientazione realizzata e composta da tre grondaie in acciaio, posizionate secondo uno schema a U, ognuna delle quali misura 250x20 cm., poste all’altezza di 80 cm. dal pavimento. Le grondaie contengono dodici bambolotti realizzati a stampo in alluminio, delle dimensioni di un neonato, e del peso di kg.3,50 ogni elemento. I materiali appaiono freddi e metallici; grondaia e bambolotti si amalgamano nella tensione industriale di acciaio e alluminio. La scultura composita riprende un rituale della Roma arcaica, riportato da diversi storici, tra i quali Servius nei commentari all’Eneide, e Fabius Planciades Fulgentius (V-VI sec.d.C.) con queste parole: «Priori tempore suggrundaria antiqui dicebant sepulchra infantium qui necdum quadraginta dies implessent..», dove si afferma che quando moriva un bambino che aveva meno di quaranta giorni, veniva sepolto nell’abitazione della famiglia, all’interno della gronda, sotto il tetto.
Il percorso della sala principale prevede un passaggio dal rituale allo spazio mistico. “Sciame”, una grande disco-scultura (Ø 177,5 cm.) in corian nero, posizionata sulla parete principale della sala, sul quale campeggiano api in ottone trattato, introduce il fruitore ad un’altra forma esperienziale: quella della mistica di S. Rita, uno spazio intimo accentuato dalla presenza di “Culla”, una scultura a parete in corian bianco (51x37x18 cm.) con ape dorata. In questo spazio mistico della rappresentazione è possibile osservare altre due sculture-disco: “Piccolo Sciame” in corian nero con api bianche (Ø 57x4,4 cm.) e “Santa” in corian bianco (Ø 47x5 cm.). “Santa”, dotata di un dispositivo-sangue (fluido per effetti speciali), immersa nel buio della semioscurità, priva il fruitore di qualsiasi riferimento con l’ambiente circostante attraverso l’azione performativa dello scorrere del fluido vitale-virtuale, che scorre sul campo bianco dell’opera. Manciocco qui riattualizza uno dei momenti principali della vita di Santa Rita: quello della spina che si stacca dalla corona di spine del Cristo e si infigge sulla fronte della mistica di Cascia.
La seconda sezione, anche questa considerata come un immaginario da recuperare, dotata di un’altrettanto forte carica immersiva plurisensoriale, è inglobata in una sala più piccola degli spazi di Palazzo Marliani Cicogna. “Larme-Lacrima” è una videoproiezione e installazione composta da un video e da una piccola scultura realizzata con il ghiaccio. Il video, della durata di 04:59,00 in loop, proiettato su parete bianca (dimensioni variabili), è stato realizzato attraverso il passaggio di una goccia-lacrima di ghiaccio dallo stadio solido allo stadio liquido a quello aeriforme, secondo una scansione sequenziale rallentata. Quindi, attraverso lo scorrere del tempo prende in esame uno dei momenti critici esistenziali dell’uomo, il passaggio dalla vita alla morte, in particolare sfruttando dispositivi sonori, meccanismi ed effetti illusori, riprende in esame alcuni valori etnoantropologici del mondo mediterraneo, come quello del pianto rituale, studiato a fondo da Ernesto De Martino in alcuni saggi, come Morte e pianto rituale.
La mostra si completa con una serie di opere pittoriche disposte lungo le pareti degli altri spazi espositivi. Sono lavori bianchi, recenti, di grandi dimensioni: “Ancestrale", 2022, stucco su tavola, cera, colle industriali, acrilico, bordo dorato (160x160 cm.); “Open Labyrinth”, 2022, stucco su tavola, colle industriali, acrilico, cardboard (160x160 cm.); “Onde Corde”, 2022, stucco su tavola, colle industriali, acrilico, corda (160x160 cm.); “Alfabeti dell’Anima. Trittico”, 2022, Cotton paper, cera, colle industriali, acrilico (ogni elemento 12,4x15,4 cm.); “BIAMCO” una piccola tavola di non recente realizzazione, datata 2007, con stucco, cera, acrilico (35x35 cm.) che testimonia la linea del bianco iniziata da Manciocco nel 1990 con la mostra Inchôo. To begin all’Atlantic Gallery di New York.
Suggrundaria (2022)
Sculture in acciaio, elementi in alluminio.
Misure ambientali
Suggrundaria (2022)
Allestimento installazione.
Sciame (2022)
Disco in corian nero, api in ottone.
Ø 177x5,5 cm.
Santa (2022)
Disco in corian bianco, dispostivo, sangue finto.
Ø 47x5 cm.
Culla (2022)
Scultura in corian bianco, ape dorata.
51x37x18 cm.
Ancestrale (2022)
Stucco su tavola, cera,
colle industriali, acrilico, bordo dorato.
160x160 cm.
Onde Corde (2022)
Stucco su tavola, cera,
colle industriali, acrilico, corda.
160x160 cm.
Open Labyrinth (dettaglio)
2022. Stucco su tavola,
colle industriali, acrilico.
160x160 cm.